Nessun saldo e stralcio ma una cancellazione pilotata delle cartelle entro i 5 mila euro per chi ha un reddito imponibile fino a 30 mila euro. Si riduce anche l’arco temporale su cui si applicherà questa pace fiscale riveduta e corretta. Non più per gli atti emessi da Agenzia delle entrate-Riscossione dal 2000 al 2015 ma dal 2000 al 2011. Inoltre i risparmi che arriveranno da questo ridimensionamento della pace fiscale saranno utilizzati per rifinanziare il bonus bollette e in forme di sostegno a chi si trova in emergenza economica.
E’ questo il compromesso raggiunto, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, sulla norma saldo e stralcio che nelle bozze del decreto Sostegni in entrata nel consiglio dei ministri di ieri era stata tolta per essere riscritta e approvata. Ma la questione di un radicale stralcio di ruoli vetusti non è accantonata. Anzi. L’ipotesi è quella di trasferire in un nuovo decreto in preparazione entro 60 giorni le disposizioni sulle cancellazioni.
Secondo le valutazioni dei tecnici, la riforma della riscossione non può essere più rinviata. Su 65 mln di carte giacenti secondo le stime dell’amministrazione finanzaria solo il 2% è ancora aggredibili e con margini di recupero per l’erario.
La questione della pace fiscale è diventata un nodo politico dimenticando che è stata proprio l’Agenzia delle entrate, e più di una volta, a chiedere e a sollecitare una presa d’atto per la pulizia del magazzino dei ruoli. Un mostro da oltre mille miliardi di crediti da riscuotere, vecchi anche di più di 20 anni, la cui percentuale di recupero crediti è del 2-3%. Tanto è vero che nella prima bozza del decreto Sostegni, nella relazione tecnica della norma sul saldo e stralcio, i tecnici del Mineconomia avevano fornito proiezioni per stralci anche per montagne di ruoli senza soglia, giungendo alla conlcusione che si sarebbe determinato un risparmio per lo stato nella gestione di questo enorme macigno.
Il sottosegretario Maria Cecilia Guerra, intervenendo in audizione al Senato (si veda ItaliaOggi del 11/9/20), sul bilancio dell’Agenzia delle riscossione e sui crediti in pancia dell’Agenzia stessa, aveva sottolineato che «nel consuntivo 2019 la percentuale di svalutazione è stata valutata dall’Agenzia nella misura del 96,6 per cento». La mediazione sulla norma del saldo e stralcio sarà dunque con una serie di paletti su soglia di reddito e arco temporale circoscritto.
Intanto in parlamento si annuncia già battaglia per andare a modificare quanto meno la soglia reddituale e ampliare l’arco di tempo su cui far operare l’operazione pulizia del magazzino.
Nella prima bozza del decreto Sostegni c’era anche la norma che consentiva un discarico automatico dei ruoli con grado di anzianità a cinque anni. Il problema non secondario è infatti che in base alle regole vigenti l’amministrazione non può lasciar perdere questi ruoli e deve comunque esercitare la sua attività, con uno sbilanciamento costi benefici che, questo sì, ha un costo per i contribuenti. Le proiezioni che erano state inserite come ipotesi di lavoro prevedevano un saldo e stralcio su diversi tetti di ruoli. C’era anche un ipotesi di stralcio senza limiti di soglia che sarebbe costato in termini di impatto sulla riscossione su 5 anni 3,76 mld e che avrebbe dimezzato i ruoli da 660 mld a 339 mld.